08/09/13

Safari contro le persone lgbt in Russia, la caccia continua

Anche se Putin si dimostra tutt’altro che omofobo in tv, i gay in Russia non possono più stare tranquilli: chi può andare via lo farà (o lo avrà fatto) senz’altro; chi non può, invece, è costretto a subire umiliazioni di tutti i tipi (l’ultima di cui vi abbiamo parlato riguardava una transessuale, ma la situazione riguarda, ovviamente e purtroppo, il mondo LGBT per intero).

Lo fanno capire benissimo i militanti di Occupy Peadophilia, parlando a BBC News: “La nostra priorità è scoprire i casi di pedofilia, ma siamo anche contro l’omosessualità e, se lungo la strada incontriamo persone che hanno un orientamento sessuale non tradizionale, possiamo prendere due piccioni con una fava”. 

 Tutto il reportage è disponibile seguendo la fonte e mette in evidenza come le violenze contro gay e lesbiche siano aumentate a dismisura, dopo l’approvazione della legge anti-pedofilia; avete letto bene: in Russia, sulla carta la lotta non è all’omosessuale, bensì a colui che abusa di bambini e bambine. Poco importa se omosessualità non significhi pedofilia: per i russi, gli ignoranti omofobi russi, la violenza è comunque giustificata. 

 “È come partecipare - ha spiegato una donna a BBC - a un safari di caccia ai gay”. Omosessuali umiliati, video in aumento E non esagera: gli omosessuali non vengono solo malmenati e molto spesso lasciati privi di forze, quando non muoiono; in alcuni casi sono costretti, per esempio, a fornire le loro generalità per essere umiliati in rete, oppure a bere la propria urina al fine di purificarsi. Tutto questo non solo di fronte a un governo, quello russo, tacitamente accondiscendente, ma anche dinanzi a una comunità internazionale che non fa sentire ancora con forza la sua presenza: Obama è intervenuto, ma le Olimpiadi ci saranno; anche dall’Inghilterra si prevedono interventi, ma le violenze continuano. L’unico modo che hanno gli omosessuali di sopravvivere è reagire e dare battaglia: combattere questi sporchi omofobi con le loro stesse armi. 

 Ma non è finita qui: l’attivista LGBT Larry Poltavtsev parla di Occupy Pedophilia in modo aberrante: “L’associazione è come al-Quaeda, una struttura molto vaga formata da cellule indipendenti, mai connessi né controllati gli uni dagli altri: è questa la chiave del loro successo. Ho notato che ogni gruppo ha registrato almeno dieci-quindici video”. In Russia i gay cambiano look per evitare aggressioni Ancora più preoccupanti le parole del proprietario di un locale gay di Sochi: “Molte persone hanno cambiato il modo di vestire, hanno rimosso gli orecchini, cambiato il taglio dei capelli per evitare di avere problemi.

 Ai tempi dell’Unione Sovietica, quando l’omosessualità era un reato, i gay venivano trattati meglio che al giorno d’oggi. Le persone comuni ci vedono come dei criminali, ci odiano”.
 Sarebbe bene che voi iniziaste a odiare anche loro: è pure vero che la violenza richiama violenza, ma l’idea dell’omosessuale-vittima deve essere cancellata con i fatti e non solo con l’attivismo pacifico.

Fonte: Queerblog

05/09/13

LGBT nel mondo:la Russia e il mondo arabo-musulmano

Arcigay Pianeta Urano Verona
vi invita alla serata incontro-dibattito 

LGBT nel mondo:
la Russia e il mondo
arabo-musulmano


Nell’ambito delle attività dello Sportello Migranti LGBT di Verona, Arcigay Pianeta Urano propone una serata di dibattito sul tema delle persecuzioni contro le persone LGBT nel mondo: faremo il punto della situazione con Pier Cesare Notaro (Il Grande Colibrì) sul mondo arabo-musulmano e con Marina Sorina, dottore di ricerca in letteratura russa e guida turistica, sul fronte più caldo di questo periodo, la Federazione Russa. 


L’incontro, aperto a tutti/e, sarà preceduto, dalle 20 alle 21, da un aperitivo con buffet 

Ospiti: 

MARINA SORINA
Dottore di ricerca in letteratura russa e guida turistica sulla situazione nella Federazione Russa 


PIER CESARE NOTARO
Attivista e Blogger (Il Grande Colibrì) sul mondo arabo-musulmano

Conduce e modera:

DANIELE SPEZIARI
Responsabile Cultura e Biblioteca Lgbt OBERON di Arcigay Pianeta Urano Verona

------------------

Ore 20 Aperitivo
con offerta minima di 3 Euro Per sostegno ad attività e sede

Ore 21 Dibattito

Dove: Milk Center – Via Nichesola, 9 - Verona / San Michele Extra / 7a Circ. (Vicino Piazza del Popolo)

 Info: daniele@arcigayverona.org

 Web & Blog: www.arcigayverona.org - arcigayverona.blogspot.it - migrazionilgbtq.blogspot.it

 Evento Facebook: www.facebook.com/events/1374560319442919/

05/05/13

"Free Uganda" - Martedì 14 Maggio 2013 @ Milk Center Verona


Circolo pink GLBTE Verona e Arcigay Pianeta Urano
presentano

FreeUganda!

incontro con Sandra Namutebi attivista lesbica dell'associazione Freedom and Roam Uganda.

SABATO 14 MAGGIO 2013 - ore 21 al MILK Center Verona

La situazione in Uganda per le persone gay lesbiche e transessuali è sempre difficilissima. Dopo il tentativo da parte del parlamento ugandese di approvare una legge contro le persone GLBT il tasso di omofobia e transfobia nel Paese è molto cresciuto, dato che tanti pensano che la legge sia già in vigore. Molto frequenti sono le notizie di gay, lesbiche e trans attaccati fisicamente dalla polizia e dalla popolazione. Nessuno di noi ha scordato l'omicidio di David Kato, attivista gay ucciso nel 2011 proprio a causa della sua visibilità e del suo attivismo. Il disegno di legge rimane sempre lì con il rischio che approdi in Parlamento per essere discusso e magari approvato in Parlamento. I politici del nuovo parlamento, insediatosi nel 2011, assicurano che nella nuova versione è stata eliminata la pena di morte. Gli attivisti sono molto scettici su questa terribile precisazione e, fino a che non sarà reso pubblico il testo definitivo, rimangono sempre all'erta, perché l'incolumità fisica di gay lesbiche e trans in Uganda è continuamente a rischio. Per conoscere meglio questa, purtroppo, tragica realtà, il Circolo Pink e Arcigay Pianeta Urano hanno organizzato l'incontro con Sandra Numubeti, in Europa per cercare di attivare sempre più contatti affinché la vita delle persone GLBT in Uganda possa cambiare.

La serata si svolgerà al Milk Center di Via Nichesola, 9 (ex sede PD) a San Michele Verona, dalle ore 21.00. In collaborazione con: Sportello LGBT Migranti Verona

20/05/12

Brutto clima in una parte d'Europa

C'è un brutto clima in una parte d'Europa per le persone gay, lesbiche e trans.  Il partito di estrema destra "Alba Dorata" entrato per la prina volta nel parlamento ellenico con propri deputati, ora minaccia la comunità lgbt. In Russia continua la repressione verso i gay con la richiesta di nuove leggi e sanzioni omofobe anche da parte del partito del presidente Putin.


Grecia: neo-nazisti minacciano comunità gay di Atene, 'Sarete i prossimi'
19-05-2012 - "Dopo gli immigrati, voi sarete i prossimi": questa la minaccia stampata su volantini lanciati sui marciapiedi del quartiere ateniese di Gazi


ANSA

----------------


Mosca vieta Gay Pride. Partito Putin, inasprire multe per manifestazioni

Le autorita' della capitale hanno vietato per il settimo anno consecutivo il Gay Pride (nella foto l'edizione 2011). Lo ha annunciato un alto responsabile del dipartimento sicurezza regionale di Mosca, Vassili Oleinik. I promotori della sfilata omosessuale hanno deciso di impugnare la decisione e sono intenzionati a tenere ugualmente il corteo il 27 maggio. 



PARTITO PUTIN, INASPRIRE MULTE PER MANIFESTAZIONI - Giro di vite contro le manifestazioni non autorizzate, mentre non accenna a spegnersi la protesta anti Putin: il partito del neo-presidente eletto, Russia Unita, ha presentato un progetto di legge per inasprire le multe contro i raduni senza permesso (1,5 mln rubli, pari a 38 mila euro circa, per gli organizzatori, e 1 mln di rubli, pari a 25 mila euro per i partecipanti). Ma oggi, giorno previsto per il voto, gli altri tre partiti (comunisti, Russia Giusta e liberaldemocratici) hanno minacciato di abbandonare l'aula se il provvedimento fosse stato presentato. Il partito di Putin si è detto disponibile a ridurre le multe (25 mila euro per gli organizzatori e 12.500 euro per i partecipanti) ma è intenzionato a far votare la legge. Alla fine il presidente della Duma, il ramo baso del parlamento, ha optato per un rinvio a martedì prossimo. Intanto la Corte Costituzionale ha sentenziato oggi che gli organizzatori delle manifestazioni devono pagare la multa (attualmente pari a 25 euro) per il superamento del numero autorizzato di partecipanti solo se esso ha rappresentato una "reale minaccia" alla sicurezza. 


AMNESTY, NAVALNI E UDALTSOV PRIGIONIERI COSCIENZA - Amnesty International ha dichiarato "prigionieri di coscienza" il blogger anti Putin Alexiei Navalni e il capo del Fronte di sinistra Serghiei Udaltsov, entrambi leader dell'opposizione e condannati a 15 giorni di carcere per disobbedienza alla polizia in una manifestazione contro il leader del Cremlino. Lo riferisce l'agenzia Interfax. 

TATARSTAN, MINISTRO CACCIATO PER TORTURE DIVENTA VICEPREMIER - Era stato silurato due mesi fa come ministro degli interni del Tatarstan per uno scandalo di torture, ossia la morte di un detenuto sodomizzato dai poliziotti con una bottiglia, ma ora è stato promosso vicepremier della repubblica tartara. E' la parabola di Asgat Safarov, 50 anni, indotto alle dimissioni dal ministro degli interni del governo russo Rashid Nurgaliev . Ma il presidente del Tatarstan, Rustam Minnikhanov, lo ha nominato vice premier. Una promozione aspramente criticata oggi dai difensori dei diritti umani. Prima delle sue dimissioni, Safarov aveva fatto l'apologia della "crudeltà del Medioevo" in un libro i cui estratti erano stati pubblicati a fine marzo. 


PUTIN NOMINA OPERAIO ANTI-OPPOSIZIONE SUO RAPPRESENTANTE - Propone a Putin di dargli man forte contro l'opposizione, e il rieletto presidente lo promuove suo plenipotenziario nell'importante distretto industrial-minerario degli Urali. E' la storia dell'operaio Igor Kholmanskix, capo reparto della piu' grande fabbrica russa di carri armati, UralVagonZavod di Nizhni Tagil, divenuto famoso il 15 dicembre scorso quando, nell'annuale diretta tv dell'allora premier Putin con i russi, andata in onda poco dopo l'inizio delle proteste nel paese, in un collegamento dalla fabbrica dichiaro': ''Se la nostra polizia non sa lavorare, e non e' in grado di far fronte alla situazione, noi veri uomini di qui siamo pronti a venire a Mosca per difendere la stabilita'''. Una prova di lealta' indefessa che il leader russo, e' noto, sa apprezzare e ricompensare. Specie in un momento di difficolta' per la sua immagine come quello attuale. Dopo la trasmissione, nella fabbrica fu creato un comitato operaio a sostegno di Putin alle elezioni presidenziali, guidato proprio da Kholmanskix. Tornato zar, Putin di recente ha visitato lo stabilimento annunciando la firma di un contratto del ministero della Difesa con Uralvagonzavod per 6 miliardi di rubli, valido 3 anni. Infine l'inattesa nomina, annunciata oggi dal capo del Cremlino ricevendo il 'controrivoluzionario' Kholmanskix nella sua residenza a Novo Ogariovo. Questi, va da se', ha accettato subito l'offerta. Scatenando subito polemiche e sarcasmi, dal web alla Duma. Giornata contro l'Omofobia, S.Pietroburgo: sassi contro gay in bus

I gay si sono riuniti al parco Petrovski, dove hanno lasciato volare in cielo palloncini di diverso colore. Ma gli agenti anti-sommossa sono stati costretti ad intervenire

Venerdì 18 Maggio 2012 fonte:Ansa
Sono stati contestati e poi aggrediti in pullman con sassi e bottiglie i gay che hanno manifestato ieri a San Pietroburgo in occasione della ‘Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia’. I gay si sono riuniti al parco Petrovski, dove hanno lasciato volare in cielo palloncini di diverso colore. Ma gli agenti anti-sommossa sono stati costretti ad intervenire per evitare il contatto con i loro contestatori che a viso coperto sono riusciti ad attaccare i pullman dei manifestanti.

10/05/12

Verona: Senegalese gay ottiene status di rifugiato politico


IN QUESTO ARTICOLO DE L'ARENA, LA STORIA E' RACCONTATA IN MODO POCO PRECISO E NOI NON SIAMO MENZIONATI. SI TRATTA DI UN CASO CHE HA SEGUITO LO SPORTELLO MIGRANTI LGBT, E DI CUI SIAMO MOLTO FELICI! Lorenzo Bernini 

Giampaolo Chavan 

Verona. Il giovane senegalese non poteva che trovare nella città dell'amore il lieto fine delle sue traversie. A partire dal padre che voleva lavare l'onta di un figlio gay con il sangue. A continuare con il suo paese, il Senegal, che punisce fino alla morte «chiunque commetta un atto... con un individuo dello stesso sesso», recita l'articolo 319 del codice penale dello Stato africano. Da pochi giorni per il nuovo veronese, le sue vicissitudini, vissute fino a poche settimane fa, rimarranno un ricordo. Un brutto ricordo. La sua vita ha aperto un capitolo nuovo grazie alla convivenza con un giovane veronese. Ha fatto fatica a dichiarare la sua tendenza omosessuale, racconta il ricorso del suo legale, l'avvocato di Ravenna, Andrea Maestri. L'ha detto quando si è trovato sul precipizio della disperazione. Una sentenza del giudice di pace parlava chiaro: doveva tornare in Senegal. Era un clandestino e le leggi italiane non fanno sconti: se non hai un permesso di soggiorno, il tuo destino è segnato. Tornare a casa, voleva dire per lui rischiare la morte. Lo dice anche il Ministro dell'interno. Lo scrive nella decisione della commissione per il riconoscimento della protezione internazionale di Gorizia. Proprio perché gay nel suo paese, recita il provvedimento, «sarebbe sicuramente condannato e in carcere gli potrebbe succedere di tutto anche di essere ucciso». Alla luce anche di questa considerazione e della convenzione di Ginevra, la commissione non ha avuto dubbi e gli ha riconosciuto lo status di rifugiato politico. Fine dei tormenti. Stop alle paure dei controlli di polizia e carabinieri. E semaforo verde al suo nuovo amore veronese. È una storia da romanzo quello del giovane senegalese. È partito dal suo paese nel 2009 con visto turistico per la Spagna. In realtà, voleva andarsene per sempre dalla sua casa. Sapeva che nessuno nel suo paese poteva tollerare la sua attrazione verso le persone dello stesso sesso. Voleva venire in Italia. A Roma, c'era il figlio della prima moglie di suo padre. Nel frattempo, in Senegal si è venuto a sapere che lui era gay. Ed è scattato il ripudio dei famigliari. Non l'avrebbero mai accettato, lui l'ha capito subito. Li ha anche contattati e loro gli hanno fatto sapere che non lo volevano più vedere. È iniziato così il suo calvario. Ha lasciato Roma. Ha così iniziato a viaggiare lungo lo Stivale. Da clandestino. A Rimini e poi a Ravenna. E sono fioccati i decreti di espulsione. Il primo il 26 luglio 2010 a Rimini. Poi, inesorabile, è arrivata la sentenza del giudice di pace. Che, alla fine, riportava la parola-incubo: espulsione. «Il coming out come persona omosessuale», scrive il legale nel ricorso, «è maturato faticosamente». È stato il suo compagno veronese a spronarlo, a insistere perchè raccontasse, scrivesse alle autorità la verità. Che lui era gay, che se tornava in Senegal, la sua vita avrebbe assunto i contorni di un perimetro di una cella, che suo padre lo voleva uccidere. Che là, come purtroppo capita a volte anche qui in riva all'Adige, essere omosessuali è una vergogna. Da non dire a nessuno. E lui ha ceduto. Si è rivolto ad un legale. Ha spiegato e raccontato. È partito poi il ricorso, depositato il 25 novembre scorso in questura a Verona, la città dell'amore per antonomasia, di Romeo e Giulietta che ha così accolto un giovane discriminato. E pochi giorni fa la risposta del ministero dell'interno: «Sei un rifugiato politico» è stata la sentenza. Vuol dire che il senegalese può vivere qui. Che gli sono stati riconosciuti finalmente i diritti. I suoi diritti. Anche quello di vivere un amore con il suo compagno. 

 Fonte: L'ARENA
 Pubblicato da Lorenzo Bernini su SPORTELLO LGBT MIGRANTI VERONA

06/05/12

Per l'UCOI i matrimoni gay sono contronatura

L'omosessualita' per l'Islam e' sbagliata, non e' una condizione normale. Per questo nessun Imam potra' mai benedire una coppia gay come avvenuto in Francia, sarebbe contro la nostra religione". Lo ha dichiarato a proposito dei matrimoni gay, Elzir Izzedine presidente dell' Ucoi (Unione delle Comunita Islamiche Italiane) ospite del programma televisivo KlausCondicio condotto da Klaus Davi e in onda su You Tube, nell'ambito di una inchiesta su Islam e omosessualita'. Nel corso della puntata il presidente dell'Ucoi ha anche detto: "noi non vogliamo intervenire nelle scelte dello stato italiano se ritiene di riconoscere le coppie gay. Ognuno deve poter vivere come ritiene la propria vita. Sono scelte dello stato laico; ma dal punto di vista della religione islamica il matrimonio gay non potra' mai essere ne' benedetto ne' celebrato in una Moschea. Per l'Islam un matrimonio si puo' celebrare solo tra maschio e femmina". Izzedine ha anche ribadito pero' che "le comunita' islamiche italiane non promuoveranno alcuna azione contro i matrimoni gay. Sono scelte dello stato civile nelle quali noi non intendiamo entrare. Detto questo chi accetta i valori musulmani deve accettare l'Islam. Il Corano condanna l'omosessualita' perche' non e' una scelta religiosa. Non e' una vita normale, e' anormale, ma non si puo' dire che sia una scelta religiosa". E quanto all'imam francese che ha benedetto i matrimoni gay, Izzedine l'ha definita "una presa in giro". L'Ucoi ha pero' anche condannato le persecuzione degli omosessuali in alcuni paesi arabi: "siamo contrari a qualsiasi forma di persecuzione e discriminazione".

Fonte: Gay News
postato da: Zeno Menegazzi

01/05/12

Altri arresti di militanti gay in Russia il 1° Maggio

Primo Maggio in Russia: 17 militanti omosessuali fermati a San Pietroburgo Lo hanno affermato fonti locali. ''Almeno 17 persone sono state fermate'', ha precisato Iuri Gavrikov, leader di GayRussia a San Pietroburgo

San Pietroburgo – Diciassette militanti gay sono stati fermati oggi a margine di una manifestazione per celebrare il primo maggio a San Pietroburgo in Russia. Lo hanno affermato fonti locali. ''Almeno 17 persone sono state fermate'', ha precisato Iuri Gavrikov, leader di GayRussia a San Pietroburgo. Le persone fermate sventolavano bandiere arcobaleno e portavano striscioni con su scritto: ''Per l'uguaglianza dei diritti''. Sono state fermate perche', stando alla stessa fonte, hanno ''violato la legge che vieta la propaganda omosessuale'' in vigore nella citta'. La polizia ha fatto sapere che non c'e' stato nessun fermo tra i membri della comunita' gay, senza fornire ulteriori dettagli.

28/03/12

Addio Daniel, giovane vittima dell'omofobia nazista

È morto martedì sera, ora del Cile, poco prima dell'1,00 in Italia, Daniel Zamudio, il giovane omosessuale cileno aggredito, picchiato e torturato da un gruppo di neonazisti. L'annuncio è stato dato dal direttore del Policlinico di Santiago del Cile, il Posta Central.


 L'AGGRESSIONE E LE TORTURE - Zamudio, che aveva 24 anni, è stato assalito a inizio marzo in un parco della città, il San Borja: è stato torturato per oltre sei ore (gli è stato staccato un orecchio, bruciata una gamba, incise delle svastiche su petto e spalla usando cocci di bottiglia, lo hanno colpito al cranio con un masso) e poi è stato ridotto in fin di vita a calci e pugni. Tutto questo in un punto in pieno centro, ben custodito per la presenza di una casermetta dei carabinieri a guardia di un monumento nazionale. Il dieci di marzo sono stati arrestati quattro giovani tra i 19 e i 26 anni con l'accusa di tentato omicidio, accusa che ora naturalmente sarà modificata. Rischiano dai dieci anni all'ergastolo.


GLI ARRESTI - Domenica sera era stata decretata la morte cerebrale per Zamudio giovane. Numerose persone, in questi giorni, si sono recate davanti all'ospedale per testimoniare il proprio dolore e sostegno, lasciando fiori e candele. Il portavoce del Movimento di integrazione e liberazione omosessuale cileno (Movilh), Jaime Parada, ha ribadito al giornale El Mostrador che Zamudio «è una vittima dell'intolleranza, dell'omofobia e dell'odio che certe persone coltivano» e che coloro che non hanno voluto una legge antidiscriminazione «sono i primi discriminatori».


 Fonte: Sportello LGBT Migranti Verona
Il Milk Center è la sede di Arcigay Pianeta Urano, Arcilesbica Juliette & Juliette (VR) e GASP più altri gruppi ed associazioni, si trova in Via Nichesola, 9 (VR) - è aperta a seconda del calendario delle attività. Contatto : 349.3134852 info@arcigayverona.org OPP. verona@arcilesbica.itper avere informazioni iscriviti alla NEWS LETTER ed ISCRIVITI ALLA NOSTRA MAILING LIST